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martedì 29 settembre 2015

10 cose che le persone autentiche fanno in modo diverso dagli altri

Quando si incontra una persona autentica, si incontra qualcuno che ha imparato a vivere pienamente attraverso l’ascolto della propria anima. Non ha scelto una vita “standard” nella quale l’omologazione e le pressioni sociali hanno preso il sopravvento condizionando la sua quotidianità in quello che vuole fare. Le persone autentiche sono quelle persone appartenenti a quello che si definisce il “popolo liberato”, e c’è una buona ragione se sei stato attratto da questa/e persona/e.


Non è facile diventare una persona autentica… Spesso si deve osservare e rivalutare tutta la propria vita in modo consapevole e iniziare a relazionarsi con un nuovo modo di esistere. I vecchi posti di lavoro non andranno più bene, stare con i vecchi amici potrebbe fare sentire fuori luogo, ma non bisogna preoccuparsi per questo, questi segnali indicano che si sta crescendo e si sta diventando una persona autentica.

Le persone autentiche cosa fanno in modo diverso rispetto alle altre?

1. Dicono ciò che è nella loro mente ed esprimono le proprie opinioni con fermezza, ma non con rabbia. Se alcune persone sono in disaccordo con loro, questo non condiziona comunque la sua decisione.
2. Esse scelgono un lavoro e un percorso di carriera che le faccia stare bene, non ciò che i loro genitori o i loro amici credono sia giusto. Fanno le loro scelte sulla base della loro felicità, non in base al denaro o alla posizione socialmente ambita.
3. Esse non hanno paura di prendere un percorso di vita che le allontani da casa. In realtà, essi trovano il viaggio più curioso e stimolante.
4. Si innamorano di se stesse prima di innamorarsi di chiunque altro, e non si sentono in dovere di chiedere il permesso a nessuno di essere come sono. Esse non desiderano essere nessun altro.
5. Fanno le cose a modo loro se questo va bene per loro stesse. Le persone autentiche non si piegano alla pressione sociale, ma se la società le indirizza verso un modo giusto di fare qualcosa, sono felici di percorrere quella strada. Sono autentiche, ribelli, non religiose, ma spirituali!
6. Non prendono le cose sul personale. Per le persone autentiche, i commenti negativi e le critiche non sono prese a malincuore. Non è che a loro non importa quello che gli altri pensano, ma gli importa di più quello che loro pensano di loro stesse. Le critiche costruttive sono sempre benvenute, ma conoscono bene la differenza tra le critiche costruttive e le persone che cercano di abbatterle e demotivarle.
7. Vogliono amici e partner che apprezzano le conversazioni profonde e un legame emotivo serio.Non vogliono perdere tempo in chiacchiere inutili, notizie e pettegolezzi in stile sensazionalista.
8. Esse seguono il loro cuore. Se tu vuoi puoi seguire loro e il loro cuore, ma non aspettarti che la persona autentica cada ai tuoi piedi o cambi se stessa per te.
9. Non vogliono che succeda niente di male a nessuno, neanche a chi gli ha fatto del male o le ha fatte soffrire in passato e desiderano veramente che tutta le persone possano essere felici e prosperare nelle loro vite. Dato che è quello che vogliono per loro stesse, puoi scommettere che lo desiderano anche per te.
10. La persona autentica vede l’anima, non la persona. L’apparenza non ha molta importanza per loro!
Fonte: http://frasideilibri.com/10-cose-persone-autentiche-fanno-modo-diverso-dagli-altri/

venerdì 25 settembre 2015

I benefici della depurazione stagionale

Secondo l’antroposofo Walter Cloos, l’autunno inizia già il 25 agosto, il giorno di San Bartolomeo, giorno in cui puntualmente, ogni anno, annusando l’aria ci si accorge che qualcosa nel suo odore è cambiato: dietro al profumo di sole e fieno si inizia a intuire un sentore di putrefazione, mentre tutto intorno a noi la Terra si prepara all’apparente riposo invernale, inglobando nel sottosuolo i processi di trasformazione, nascondendo il suo fuoco. Cloos prosegue la sua descrizione dell’autunno sottolineando come questa sia anche la stagione dei rumori: mentre prima la Natura era silenziosa, ora il bosco si riempie di suoni: tonfi di frutti che cadono a terra, schiocchi di semi che si aprono, scoppi, cigolii. E nei frutti che maturano, nelle foglie che scoloriscono e cadono al suolo si concentrano i minerali, in quell’humus che altro non è se non la cenere del dolce fuoco estivo che nei mesi precedenti è stato alimentato dall’interazione tra il campo energetico terrestre e le energie del cosmo, al di sopra dell’atmosfera, là dove ha origine il corpo astrale di Gaia.
nelbosodelladea_drenaggio
Interpretare le stagioni da un punto di vista spirituale è un modo per arricchire la nostra vita, donando senso al trascorrere circolare del tempo e introiettando i processi di mutamento: come fuori, così dentro di noi l’autunno porta trasformazione. Come gli alberi lasciano andare le foglie, così anche noi possiamo lasciar andare ciò che non ci è più utile, preparando uno spazio accogliente e pulito per trascorrere l’inverno.
Le giornate cominciano ad accorciarsi sensibilmente, alcuni temporali abbassano la temperatura dell’aria cosicché, se anche torna il sole, non fa più caldo come prima. Il mondo intorno a noi cambia: la luce è meno intensa e più “obliqua”, gli alberi perdono le foglie ricoprendo il suolo di tappeti variegati di colori caldi e bellissimi. Gli uccelli al mattino hanno un altro modo di gridare: ora il loro richiamo sembra quasi un saluto d’addio, che piano piano lascia il posto alle strida delle cornacchie, compagne inseparabili dei nostri inverni. Una coperta in più sul letto, asciugarsi i capelli dopo averli lavati, al mattino appena alzati ci sorprendiamo a rabbrividire, la sera non abbiamo più voglia di stare all’aperto ma il buio comincia a farci un po’ paura.. Arrivano le prime nebbie.
Questi cambiamenti, uniti al fatto che finite le vacanze si torna molto spesso a immergersi nei ritmi concitati del lavoro, della scuola, della città, influiscono sul nostro stato di salute così come sull’umore, portando dei cambiamenti anche dentro di noi.
La nostra GHIANDOLA PINEALE produce più melatonina, causandoci un aumentato bisogno di dormire (il cosiddetto letargo!) e una sensazione generale di spossatezza. Il cambio di luce e temperatura innescano un mutamento anche nei ritmi del nostro metabolismo, che “cambia marcia”: la sudorazione e la traspirazione diminuiscono, così come il moto, mentre invece aumenta l’appetito e il desiderio di mangiare soprattuto cibi caldi a base di carboidrati. Abbiamo “voglia di dolce”: questo accade perché il nostro corpo è antico, è cambiato pochissimo negli ultimi 12.000 anni. Un tempo, con il finire della stagione calda, la vita dell’uomo subiva un brusco rallentamento: si raccoglievano gli ultimi frutti, si faceva scorta di provviste per l’inverno e ci si ritirava nelle proprie grotte, al caldo del fuoco, sognando e raccontandosi miti. Le attività della stagione autunnale, pur essendoci, erano limitate. Si raccoglievano i funghi e le frutta che cadeva dagli alberi, si raccoglieva legna, ci si preparava all’inverno. Rispetto al fermento estivo, con l’autunno il corpo entrava in una fase di riposo e di accumulo, in preparazione alla “morte apparente” dell’inverno.
Oggi non è più così, anche se al nostro corpo non l’ha detto nessuno! Si lavora con ritmi anche maggiori che durante l’estate e il cibo nei negozi è sempre disponibile, per cui non occorre fare provviste. Eppure, nonostante siamo perfettamente consci di questo a livello razionale, il nostro corpo, dalla sua antica saggezza, continua a mandarci gli stessi messaggi: ci sentiamo scoraggiati nel vedere meno luce, abbiamo una strana paura, ci sentiamo deboli, affamati, il cambio di umidità e di pressione può darci fastidi come gonfiori, mal di testa, infiammazioni alle giunture, malumori.
E’ importante vivere questi cambiamenti rispettando le esigenze del nostro corpo, andandogli incontro, senza forzarlo ma prendendosene cura con amore, decifrando i suoi messaggi come metafore di cambiamento.
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Il cambio di metabolismo innescato dalla diminuzione di luce e temperatura, mette inoltre in moto le tossine del nostro corpo, offrendoci un momento propizio per depurarci e per drenare i nostri organi e tessuti, in preparazione alla stagione fredda, per prevenire malattie e disturbi di vario genere.
Una fase di depurazione e drenaggio (sia fisico che mentale, se possibile!), alleggerisce il nostro corpo delle tossine che ancora si porta dietro dall’estate, spegnendo eventuali infiammazioni, aumentando la nostra energia vitale e migliorando il tono dell’umore. Inoltre, rimuovendo tossine, colle e cristalli dai tessuti, si previene l’insorgere di malattie stagionali e non, come raffreddori e bronchiti, eczemi, emicranie, atralgie, e si sostengono le difese immunitarie, che proprio in questa stagione vengono messe alla prova.
Gli organi emuntori del nostro corpo, ovvero “gli spazzini”, i “filtri”, coloro che si occupano di trasformare e smaltire le tossine che quotidianamente ingeriamo tramite cibi, farmaci e inquinamento oppure produciamo noi stessi a causa di tensioni e stress, sono: fegato (colle),intestino crasso (colle), reni (cristalli), polmoni (colle, emuntori secondario), pelle (colle, emuntore secondario), ghiandole sudoripare (cristalli, emuntori secondario). Le donne inoltre hanno come emuntori secondario per smaltire le colle anche l’utero.
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Per “colle” si intendono i residui di una dieta ricca di amidi e glutine (che è appunto una colla) o di formaggio (la caseina è una colla). Le cosiddette colle sono alla base della formazione di muco e i producono infiammazione. Vengono smaltite tramite la bile nelle feci. Se questo meccanismo di depurazione non funziona, il corpo ricorre agli emuntori secondari (muco nei polmoni, leucorrea vaginale). Se anche ciò non fosse sufficiente, si creano i cosiddetti “emuntori patologici”, quali, per esempio, le emorroidi o gli eczemi.
I “cristalli” (generalmente cristalli di acido urico) sono i sottoprodotti principalmente di carne e alcol, e vengono smaltiti tramite sudore e urina. Se il corpo non riesce a liberarsene, i cristalli causano ritenzione idrica, infiammazione del tessuto connettivo (dove tendono ad accumularsi) e acidificano i tessuti, con grande dispendio della riserva minerale delle nostre ossa e accelerando il processo di invecchiamento.
E’ perciò molto importante provvedere, almeno due volte l’anno (primavera e autunno) a una depurazione e un drenaggio degli organi emuntori, così da alleggerire il corpo e la mente, ripulendo il sangue dalle tossine accumulate.
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Una buona cura depurativa parte innanzitutto dall’alimentazione: prima di iniziare la depurazione infatti è consigliato seguire per una settimana una dieta ricca di verdura e frutta biologiche, priva di alcolici e proteine animali e con una quantità moderata di carboidrati (possibilmente da riso o da altre fonti prive di glutine). Dopo una settimana, avendo alleggerito gli emuntori, si può procedere con una cura depurativa. Per “depurare” qui s’intende sostenere gli emuntori nel loro compito, in particolare il fegato, che è il filtro principale e spesso il più sovraccaricato. Per aiutare il fegato esistono vari alleati naturali, quali curcuma, cardo mariano (Silybum marianum L.), zinco, vitamine B, amminoacidi quali N-acetilcisteina e S-adenosilmetionina e altri fitocomplessi che vanno a favorire le due fasi di detossificazione epatica.
Cardo mariano (Silybum marianum L.)
Cardo mariano (Silybum marianum L.)
Una volta eseguita la depurazione e messe in moto le eventuali tossine che stazionavano in ambito epatico, si passa alla fase di drenaggio di tutti gli emuntori. Tramite piante quali fumaria (Fumaria officinalis L.), bardana (Arctium lappa L.), viola del pensiero (Viola tricolor L.), ortica (Urtica dioia L.), carciofo (Cynara scolymus L., ottimo sia per il fegato che per i reni), betulla (Betula alba L.), salsapariglia (Smilax medica Mill.), ortosiphon (Ortosiphon stamineus Bentham), il tarassaco (Taraxacum officinale L.), la liquirizia (Glycirrhiza glabra L.), il frassino (Fraxinus excelsior L.), il gallium aparine (Gallium aparine L.) e altre numerose piante che accorrono in nostro aiuto, procediamo a far defluire dal nostro corpo i rifiuti che abbiamo in precedenza movimentato.
Taraxacum officinale L.
Taraxacum officinale L.
In questa fase è importante bere molta acqua, almeno 2 litri al giorno (nel caso in cui non ci si alimenta già con succhi freschi e vivi di frutta e verdura), per aiutare l’organismo a drenarsi. Inoltre, è meglio mantenere un’alimentazione controllata vegetariana (o solo succhi freschi) per tutta la durata della cura e svolgere attività fisica frequente (l’ideale sarebbe mezz’ora di attività aerobica quotidiana) per far circolar il sangue più velocemente e quindi facilitare il processo di depurazione. Anche la respirazione completa ci aiuta a eliminare gli acidi carbonici tramite l’espirazione, alcalinizzando il sangue.
La cura dura circa sei settimane: una settimana di preparazione, poi la depurazione. Dopo un paio di settimane che si è iniziata la depurazione, si può contemporaneamente iniziare anche la cura drenante, che solitamente dura tre settimane.
In caso ci siano squilibri intestinali, è  bene accompagnare la depurazione con una cura a base di probiotici (yogurt naturale, kefir) per ripristinare l’eubiosi dell’intestino, disinfettando, togliendo l’infiammazione e reimpiantando i fermenti appartenenti alla flora “amica”.
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Per aiutarci ad attraversare questa stagione di cambiamento può essere utile anche indossare pietre e cristalli energetici, stimolanti oppure protettivi, magari dai colori che ricordano quelli calde delle foglie cadute: ambra innanzitutto, che rafforza il nostro Sole interiore, diaspro rosso, occhio di tigre, corniola, opale di fuoco; ma anche ematite, tormalina nera, ossidiana, per proteggerci e radicarci.
Così come i gioielli e le pietre che indossiamo, anche i nostri abiti, che ora si fanno più caldi, possono riscaldarci l’animo tramite i loro colori. A me piace mimetizzarmi con i colori del bosco in questa stagione…
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Alcuni piccoli accorgimenti quotidiani per volersi bene e  stare bene:
  • curare l’alimentazione: mangiare molta frutta e verdura fresca e di stagione; cercare di mangiare con calma, masticando a lungo, onorando il rituale del pasto
  • svolgere regolarmente attività fisica (yoga, qi gong, passeggiate), quando possibile in mezzo alla Natura, ammirandone la maestosa bellezza che si trasforma
  • bere molta acqua, anche sotto forma di infusi
  • prendersi il proprio tempo, fare poche cose ma bene, non lasciarsi trascinare dallo stress
  • respirare profondamente, ricordandosi del proprio corpo, ogni volta che è possibile
  • svolgere piccole meditazioni ed esercizi di centratura, per connettersi con il proprio Sole centrale e con la Madre Terra
  • vivere l’Autunno come una stagione dell’Anima. Come dentro, così fuori.

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Succhi + Per Depurarsi, Guarire e Vivere Sani

giovedì 24 settembre 2015

La frequenza vibrazionale (aura) degli alimenti

Ripostiamo questo articolo i cui contenuti, espressi in una forma al contempo esauriente e di facile comprensione ed applicazione meritano di essere conosciuti dal maggior numero possibile di persone. Ringraziamo peraltro l’autore per aver efficacemente presentato questa materia.
Buona lettura (e immediata applicazione alla vita quotidiana, se tali informazioni vi “risuonano” e vi sentite pronti per mettere mano alle vostre abitudini alimentari consolidate).
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Quando si parla di materia ed energia, subito alla mente compare l’immagine di Albert Einstein e della sua famosa equazione: E= mc2
Se invece si parla di radiazioni e vibrazioni emesse dagli alimenti, alla mente, nonostante la storia sia ricca di personaggi che hanno lavorato in questo ambito, non compare proprio nulla! Come mai? 
Questo articolo ha proprio il senso di ricordarne uno: Andrè Simoneton, un ingegnere elettrico francese.
L’ing. francese Andrè Simoneton era un esperto in elettromagnetismo. Gravemente ammalato e senza speranza di guarigione, riacquistò la salute con il vegetarianismo e, negli anni ’30 e ’40, collaborò allo studio delle vibrazioni degli alimenti utilizzando i lavori di altri importanti ricercatori.
Ogni alimento, come ogni essere vivente, oltre ad avere un potere calorico (chimico-energetico) ha anche un potere elettromagnetico (vibrazionale). Servendosi di apparecchiature scientifiche, misurò la quantità di onde elettromagnetiche degli alimenti, classificandoli in base a queste.

Premessa

Riassumiamo brevemente la costituzione delle cellule e la definizione del rapporto acido/basico.
La cellula è l’elemento fondamentale di cui sono composti tutti i tessuti di un organismo, sia esso umano, animale o vegetale. È una singola unità di materiale vivente capace di autoriprodursi. Una cellula assomiglia ad un uovo e si compone di:
1. Nucleo (ad es. il tuorlo): è la parte centrale adibita alla riproduzione e all’accrescimento della cellula;
2. Citoplasma (ad es. l’albume): è l’elemento che consente alla cellula di contattare ed interagire con l’ambiente esterno; è infatti in grado di irritarsi, contrarsi, assorbire, espellere e respirare. Nel citoplasma si trovano corpuscoli di varia forma e volume che fanno parte del sistema vivente della cellula (ad es., i mitocondri).
Acido/Basico. Tutte le reazioni, che definiscono le condizioni essenziali di un ambiente in cui la vita sia possibile, si svolgono nell’ambito di determinati valori: tra questi, il più importante è il rapporto acido/basico. All’interno del nostro organismo questo rapporto dovrebbe sempre rimanere costante: si possono però creare delle condizioni troppo acide (per eccesso di potassio) oppure troppo basiche (per eccesso di sodio). Per misurare il rapporto acido/basico viene utilizzato un termine di paragone chiamato “pH”. Nel campo medico, il pH viene utilizzato per misurare il liquidi organici ed in particolare il sangue, la saliva e l’urina. Questi liquidi vengono definiti:
  • ACIDI, quando il pH è compreso tra 0 e 7,06;
  • NEUTRI, quando il pH è uguale a 7,07;
  • BASICI o ALCALINI, quando il pH è compreso tra 7,08 e 14,14.

La bioenergia degli alimenti

Intorno al 1960, il Dr. George Wilson[1] completò lo sviluppo di un’apparecchiatura elettrica molto sensibile che chiamò neuromicrometro. Questo strumento, una volta collegato con elettrodi in contatto con la superficie del corpo di una persona, è in grado di registrare il flusso di elettricità che scorre nei suoi nervi. Il neuromicrometro è in grado di misurare:
  • Rapporto acido/basico;
  • Energia che scorre nei nervi;
  • Energia funzionale;
  • Ossidazione delle cellule;
  • Riserva di energia organica;
  • Tensione emotiva;
  • Tossicità organica.
Con l’ausilio del neuromicrometro, si può ottenere un’indicazione abbastanza approssimata della condizione di alcuni organi interni oppure delle ghiandole endocrine. Per definire la condizione di “buona salute”, ci si esprime in termini di energia funzionale, una forma di corrente nervosa (anche chiamata bioelettricità) che fornisce gli impulsi necessari al movimento degli arti ed alla vitalità di tutte le cellule che costituiscono il nostro organismo.

Tale energia non potrà mai essere fornita da alimenti cotti, surgelati o provenienti da animali morti.

L’elettricità del nostro organismo è causata da una reazione chimica che avviene nelle cellule e che prende il nome di “ossidazione”, che avviene in conseguenza dell’assorbimento di ossigeno e nutrimento da parte delle cellule. Nel momento in cui l’ossigeno e gli elementi nutritivi giungono nel nucleo cellulare e ne diventano parte integrante, viene a crearsi una minuscola corrente elettrica che ammonta a circa 50μV (= 50 microVolt, cioè 50 milionesimi di Volt). Questa corrente è sufficiente per mantenere in vita una cellula e, quando si combina con quella di altre cellule (come accade nel cervello), è sufficiente a causare un flusso di energia nervosa che, qualora diretto verso una parte dell’organismo, prende il nome di “impulso nervoso” e può produrre un’azione.
Siccome sono gli alimenti che assumiamo che permettono la generazione di questa energia, spetta agli stessi il compito di mantenere l’integrità termica, chimica, strutturale e funzionale del corpo. Questi quattro fattori sono ugualmente importanti ma, purtroppo, solo i primi tre sono stati presi nella dovuta considerazione.

Il cibo come fonte dell’energia che mantiene in essere le attività funzionali del corpo è stato infatti un argomento di studio alquanto trascurato.

Nuove considerazioni nel campo della dieta

Nella ricerca di una dieta ottimale, la prima cosa da fare dovrebbe essere l’attenta considerazione dell’effetto che essa avrà sulle cellule dell’organismo, del rapporto acido/basico e di quanto potrà aumentare o diminuire l’energia nervosa disponibile.
Il Dr. Wilson enumera quattro modi nei quali una dieta scorretta può interferire nel buon funzionamento delle cellule:
1. Incapacità di provvedere il giusto nutrimento alle cellule, sia per i processi di ossidazione che per la creazione di nuove cellule;
2. Creazione di eccessiva acidità, che interferisce con i processi ossidativi delle cellule;
3. Incapacità di creare l’acidità sufficiente a creare la differenza di potenziale necessaria per permettere il fluire dell’energia lungo i nervi del corpo;
4. Eccessiva assunzione di alimenti che può ostacolare la circolazione dei fluidi all’interno dell’organismo. Se i fluidi non circolano liberamente i nutrimenti non possono giungere alle cellule nella dovuta quantità e non vi potrà neppure essere un’adeguata eliminazione dei rifiuti dovuti alla loro attività.
Tutti questi fattori creano una malnutrizione delle cellule, che è l’unico fattore, secondo il Dr. Wilson, che sta alla base di molte malattie, specialmente quelle croniche.

La ricerca dell’Ing. Andrè Simoneton

L’ing. francese Simoneton[2] ha speso ben 20 anni facendo ricerche sull’effetto che gli alimenti possono avere sul corpo umano. Poiché tutto ciò che vive, compreso il nostro organismo, emette radiazioni, egli si chiese quali radiazioni lo indeboliscono e quali lo fortificano. Per portare avanti le sue ricerche usò uncontatore Geiger, una camera ionizzante di Wilson, il Biometro di Bovis, che è graduato in Angstrom (Å) e può misurare anche le onde che sono lunghe solo un decimilionesimo di millimetro (10-7mm). Con tali strumenti fu in grado di stabilire che ogni essere umano emette delle radiazioni attorno ai 6.200/7.000 Å (questa lunghezza d’onda corrisponde al colore rosso dello spettro solare).
Constatò anche che al di sotto dei 6.500 Å l’organismo non può più mantenersi in buona salute e compare la malattia.
Per mantenersi con vibrazioni ad una lunghezza d’onda superiore ai 6.500 Å (verso l’infrarosso) il nostro organismo deve continuamente adattarsi all’influenza di ogni specie di radiazioni, siano esse dovute a:pensieriemozionialimentazione, medicamenti, radiazioni cosmiche, solari, terrestri, ecc. Un ruolo assai importante, per il mantenimento della buona salute, viene pertanto rivestito dagli alimenti, dalle bevande, dal modo di vita e dall’ambiente in cui si vive.
Prove di laboratorio, effettuate su animali, hanno dimostrato che gli alimenti sintetici, pur fornendo un’alimentazione equilibrata dal punto di vista qualitativo e calorico, non sono sufficienti per fornire uno sviluppo normale.

Questo significa che oltre ai consueti elementi (proteine, carboidrati, ecc.) gli alimenti devono anche possedere le necessarie vibrazioni energetiche capaci di mantenere la vita.

Una volta fatte queste considerazioni, l’Ing. Simoneton controllò un gran numero di alimenti che suddivise nelle 4 grandi categorie riportate qui sotto.

Le qualità vibrazionali e vitali dei cibi[3]

ALIMENTI SUPERIORI
(> 6.500 Å)
Tutta la frutta fresca ben matura e i relativi succhi (fatti in casa e subito ingeriti); quasi tutti gli ortaggi ed i legumi crudi o cotti con temperatura non superiore ai 70°C; il grano, i farinacei, la farina ed il pane integrale; i dolci fatti in casa, tutta la frutta oleaginosa ed i loro oli essenziali; le olive, le mandorle, i pinoli, le noci, i semi di girasole, le nocciole, la noce di cocco e la soia, il burro freschissimo di giornata, i formaggi NON fermentati, la crema del latte e le uova di giornata.
ALIMENTI D’APPOGGIO
(da 3.000
a 6.500 Å)
Il latte fresco appena munto, il burro normale, le uova non di giornata, il miele, lo zucchero di canna, il vino, l’olio di arachidi e le verdure scottate in acqua bollente.
ALIMENTI INFERIORI
(< 3.000 Å)
La carne cotta, i salumi, le uova dopo il 15° giorno, il latte bollito, il the, il caffè, le marmellate, il cioccolato, il pane bianco, tutti i formaggi fermentati. Questi alimenti sono quasi tutti proteici e basta una piccolissima deficienza del fegato o dell’apparato digerente affinché diventino intollerabili per l’organismo.
ALIMENTI MORTILe conserve alimentari, le margarine, tutte le pasticcerie ed i dolci fatti con farina raffinata e prodotti industriali, i liquori e gli alcolici, lo zucchero raffinato (bianco).
Anche la freschezza degli alimenti è un fattore di primaria importanza. Alcuni procedimenti, che normalmente vengono usati in cucina, alterano o distruggono alcune qualità dei nostri cibi, un esempio ce lo forniscono le pentole a pressione e la cottura in acqua bollente. I cibi cucinati a vapore conservano invece parte delle loro proprietà. Gli alimenti conservati mediante la pastorizzazione NON contengono quasi più nulla delle loro qualità vibrazionali irradianti, mentre quando sono trattati con processi disidratanti, le conservano in gran parte.
Tutti i cibi che hanno un elevato potere vitaminico, hanno pure ottime vibrazioni e possono essere classificati come “eccellenti”. Questi alimenti sono sufficienti al mantenimento della vita se assunti con un’alimentazione vegetariana intelligente. Fra gli alimenti superiori, i frutti maturi hanno tutti una lunghezza d’onda tra gli 8.000 ed i 10.000 Å. Le loro vibrazioni vengono liberate nello stomaco, dando una sensazione di benessere. Affinché le mucose ne traggano il maggior profitto è opportuno mangiare la frutta a digiuno, cioè al mattino o nel tardo pomeriggio.
NON mangiate la frutta non matura, come spesso viene venduta, le sue vibrazioni non sono valide per l’organismo; lo prova il fatto che sono di difficile digestione. Quanto detto per la frutta è valido anche per le verdure. Le possibilità vibratorie degli alimenti non resistono oltre i 70°C: qualsiasi cottura che superi questi valori rende il cibo povero di elementi vitali. L’unica eccezione è la patata, che una volta cotta al forno o nell’acqua presenta ancora circa 6.500 Å. Ciò accade anche con altri tuberi, salvo la barbabietola, la carota, il ravanello che, quando sono maturi, misurano dai 7.000 agli 8.000 Å.
La stessa rilevazione si ottiene dai legumi freschi e maturi (fagioli, fave, piselli, lenticchie). Questi, però, una volta essiccati, già dopo qualche settimana presentano una debole radiazione che scompare nel giro di qualche mese; ecco perché spesso sono indigesti. Il miglior modo di mangiare le insalate è quello di prepararle con molte qualità di verdure, ad es. insalata, carciofi, asparagi, carote, olive, barbabietole, cipolle, ecc. Gli spinaci, i carciofi, le zucchine ed i funghi possono essere consumati anche crudi tagliati a fettine. Queste mescolanze, se condite con olio extra vergine di oliva, forniscono ottime vibrazioni che vanno da 8.000 a 11.000 Å. Anche i funghi sono molto importanti in quanto emettono onde di 8.500 Å.
Simoneton ha rilevato che i prodotti vegetali venduti nelle città hanno già perduto da un terzo alla metà delle vibrazioni utili al corpo umano. Se a tutto ciò si aggiunge la cottura per bollitura, in essi NON rimane più NULLA di valido.
Qualcuno ha osservato che le verdure gonfiano lo stomaco: ciò è vero solamente quando si mangiano quelle con vibrazioni inadeguate; di quelle cotte nell’acqua, ad esempio, rimane solo la cellulosa. La base del nutrimento dell’uomo è il grano, questi occupa una posizione importante nella scala delle vibrazioni: 8.500 Å. Alcuni osservano che il grano è difficoltoso da masticare, basta macinarlo a grana grossa ed ecco risolto il problema. Un piatto contenente grano (chicco o grano spezzato, non farina) ha una vibrazione di 9.000 o 10.000 Å. Il grano germogliato rappresenta un alimento perfetto con vibrazione molto energetiche, tra gli 8.000 ed i 10.000 Å. È anche possibile mescolarlo con altri cereali preparando piatti assai gustosi.
La pasta fatta in casa, cioè fresca, ha una radiazione uguale a quella del grano, mentre in quella seccata venduta in commercio le radiazioni sono quasi nulle. Gli oli hanno all’incirca le stesse vibrazioni del frutto da cui provengono. L’olio di oliva  misura 8.500 Å e, dopo 6 anni, arriva a 7.500 Å. Attenzione che quando l’olio di oliva è decolorato e deodorizzato, si abbassa a 4.000 Å circa e gli oli estratti con solventi dalle sanse,NON contengono più nulla. Se possibile, è preferibile utilizzare gli olii vegetali che, come si è verificato, perdono le loro proprietà solo dopo molti anni. Sembra che nell’antichità il piatto base fosse pane integrale o semintegrale intriso nell’olio di oliva, il resto era companatico.
Gli studi del Simoneton hanno dimostrato che il latte vaccino NON è un alimento adatto per la salute dell’uomo. Alla mungitura presenta 6.500 Å; dopo 6 ore, 6.000 Å; dopo 14 ore, 5.000 Å; dopo 18 ore, 4.000 Å; dopo 48 ore, 2.000 Å; dopo 56 ore, 1.000 Å; dopo la pastorizzazione, quasi zero. Il burro perde di giorno in giorno la sua vibrazione, dopo 40 giorni non ne ha più. Tuttavia la conservazione in frigorifero rallenta questo processo. Le uova appena deposte danno 6.500 Å, sono perciò identiche alle vibrazioni di una persona sana; la polvere d’uovo, invece, NON contiene più nulla: è solo cenere morta! Utilizzate prodotti integralinon raffinatidall’industria, la quale toglie al prodotto appena colto la parte migliore, per poi elaborarlo e rivenderlo a prezzi vertiginosi.
Tutto ciò potrà sembrare stupido ma sono cose che avvengono nella realtà. Ricordate che la Natura produce tutto ciò di cui avete bisogno. Un detto antico, trasformato, vi aiuterà a regolarvi: “Cibi e buoi dei paesi tuoi”. Limitate la carne (anche salumi, pollo e pesce sono carne), come facevano i nostri nonni che l’assumevano solo a Natale, Capodanno, Pasqua, ai matrimoni, ai compleanni ed agli onomastici. Essere quasi vegetariani significa tenere sotto controllo ogni problema. Buona norma, al giorno d’oggi, è integrare una sana alimentazione, con prodotti naturali come le alghe, verdi o brune, a seconda dei casi.
Esse contengono oltre a tutto anche la niacina che scioglie i grassi dai tessuti; inoltre le alghe aiutano l’eliminazione delle scorie in quanto equilibrano la flora intestinale, disinfiammano la mucosa gastro intestinale ed aiutano la normalizzazione dell’equilibrio acido/basico. È anche consigliabile utilizzare i seguenti prodotti: germe di grano, polline di fiori, propoli, miele, lievito di birra, yogurt naturale, aceto di mele, argilla per via orale, limone spremuto in acqua.
Sono anche assai validi: estratto di ortica, fieno greco grattugiato e mescolato ad un po’ di miele. In certi casi può anche essere benefica 1 punta di cucchiaino da the di Cloruro di Magnesio sciolto in mezzo bicchiere di acqua da bere al mattino a digiuno. Questo sale è contenuto in notevole quantità nel sale marino integrale, è un ottimo rinforzante del sistema immunitario e tonico del sistema nervoso e muscolare. È adatto in tutte le malattie cosiddette infettive in quanto aumenta notevolmente la potenza fagocitaria dei globuli bianchi.
Fra le scoperte più importanti emerse dalle ricerche con il neuromicrometro[1], ci sono i grandi benefici ottenibili dalle fronde dei vegetali (cioè le verdure a foglia). Mentre è da sempre conosciuto che questi sono cibi protettivi, non si è mai considerato il loro apporto all’energia vitale dell’organismo. Tali vegetali, oltre a possedere un altissimo livello di energia, sono gli unici alimenti in grado di bilanciare in modo soddisfacente i pasti a base di proteine, facendo in modo che il corpo possa assimilare le medesime senza dover attingere alle energie di riserva.
Le misurazioni fatte, hanno mostrato come le foglie dei vegetali abbiano un valore energetico maggiore di quello dello stelo e delle radici. Ciò è dovuto al fatto che le fronde sono più interessate dai raggi del sole. Siccome la cottura riduce la vitalità dei vegetali il Dr. Wilson consiglia di assumere almeno due vegetali crudi insieme ad uno cotto. Barbabietola rossa, sedano, senape, lattuga, indivia, rapa, carota ed erba medica offrono le foglie più cariche di energia.

Conoscere le calorie

La dietologia ufficiale insegna che quando un cibo viene ingerito, viene dapprima triturato nella bocca, poi scomposto nei suoi elementi fondamentali e quindi assorbito dall’organismo. A questo punto subisce, ad opera dell’ossigeno, un’ulteriore trasformazione chimica (ossidazione) che produce calore, come se l’organismo “bruciasse” in tanti piccoli fuochi i prodotti ingeriti. Il calore (= “energia termica” o calorie) che un alimento è in grado di produrre può essere misurato con una speciale apparecchiatura di laboratorio. Tale misura viene espressa in “calorie” (unità di energia termica). Una caloria corrisponde alla quantità di energia capace di far aumentare di 1° C la temperatura di 1 litro d’acqua.
Le calorie fornite dai principi nutritivi sono le seguenti:
  • 1 grammo di proteine produce circa 4,5 calorie, 1 grammo di grassi produce circa 9 calorie;
  • 1 grammo di carboidrati produce circa 3,75 calorie;
  • 1 grammo di alcool etilico produce circa 7 calorie.
Come abbiamo visto più sopra, le calorie vengono misurate facendo bruciare gli alimenti in laboratorio. Questa misura pertanto NON prende affatto in considerazione l’energia che il corpo deve utilizzare per digerire ed assimilare gli alimenti. In altre parole la dieta ufficiale ci dice quante calorie vengono fornite da un certo alimento ma NON ci informa affatto di quante calorie il corpo deve consumare per poterlo digerire, assimilare e liberarsi dalle tossine derivate da tali processi.

Pertanto il concetto di caloria è incompleto e molto ingannevole.

Un pezzo di carne, ad esempio, che teoricamente fornisce circa 4,5 calorie al grammo, ne consuma probabilmente altrettante nelle tre ore necessarie per la sua digestione ed assimilazione. Questo spiega perché alcune diete si basano sulla carne per far dimagrire. Il Dr. Wilson, ha verificato che un alimento introdotto nel corpo umano, si trova in un ambiente assai diverso da quello in cui viene “bruciato” per valutarne le calorie.
Questa verifica è stato fatta misurando il flusso di energia nervosa nel corpo prima e dopo pasti composti di vari tipi di alimenti. Si è così riscontrato che certi alimenti (vedi più sopra la classificazione per vibrazioni vitali) costringono il corpo ad un grande dispendio di energia per poterli utilizzare. Questa manifestazione energetica ha portato a credere che gli alimenti in oggetto accrescano l’energia corporea, mentre è vero il contrario: terminati i processi digestivi ed assimilativi il corpo si ritrova con le riserve energetiche diminuite.
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Le immagine seguenti, originali dell'ing. Simoneton tratte dal suo libro, mostrano come la vibrazione degli alimenti decresce con il passare delle ore e dei giorni. 
A sinistra le pere William dalla maturazione hanno circa 8 giorni in cui emettono radiazioni vitali, dopodichè la vibrazione scende a zero; le pesche (sotto) hanno una durata di emissione di 10 giorni.
A destra (sopra) albicocche e prugne mostrano una durata maggiore: circa 15 giorni.
Il ciclo vitale di una banana è di 24 giorni, dove nei primi 8 giorni, avendo una energia superiore i 6000 A° rientra negli “alimenti superiori”, i 6 giorni successivi negli “alimenti di sostegno” e gli ultimi 10 giorni invece nella categoria degli “alimenti inferiori”. 
la logica conclusione è che la frutta va mangiata matura e prima possibile.
Molto interessante è constatare che la lunghezza d’onda della frutta e degli ortaggi disidratati rimane dentro la banda del viola e ultra-violetto: 4/5000 A°, e la frutta disidrata se immersa nell'acqua (processo di idratazione) per almeno 24 h, irradia quasi quanto appena colta.
Secondo il paragnostico cecoslovacco Jan Merta, la buccia di mele, pere e altra frutta o verdure, se lasciata immersa in un bicchiere di acqua durante la notte, emette vibrazioni salubri all'acqua che poi può essere bevuta.
Per la salute umana è fondamentale mangiare frutta e verdura crude, visto che la cottura - mera invenzione dell’uomo - distrugge enzimi e vitamine, fa coagulare le proteine e rende inorganici i minerali. 
La patata e il frumento sono eccezioni. La patata cruda ha una vibrazione di 2000 A°, cotta nell’acqua arriva a 6000 A°, mentre al forno (con buccia) raggiunge i 9000 A°. Il frumento ha una radianza di 8500 A°, se cotto sale a 9000 °A.
La carota, e gli altri ortaggi hanno una lunghezza d’onda di circa 8000 A°. I legumi (ceci, piselli, lenticchie, fave, ecc) hanno una vibrazione che va da 7000 a 8000 A° da freschi, se seccati da più di qualche settimana, la radiazione è bassa, e dopo parecchi mesi, non hanno più alcuna vitamina, questo è il motivo per cui diventano pesanti ed indigesti.
Le Malattie
Le radiazioni misurate dall'ing. Simoneton non riguardarono solo gli alimenti Egli stabilì che la banda dei microbi e delle malattie va da 3100 A° (valore della meningite, colore ultra-violetto) ai 6250A° (valore della dissenteria, colore infra-rosso).
Ecco qualche esempio di malattie:  
Malattia
Vibrazione
Alimenti con la medesima vibrazione
Dissenteria6250 A°
Difterite4500 A°
Stafilococco5400 A°
Tubercolosi5525 A°Carne cruda di 10 gg., uovo di 11 giorni, pane bianco
Influenza5460 A°
Cancro4874 A°Carne cruda di 3 gg., pane bianco
Tetano4900 A°
Meningocco3100 A°
La lunghezza d’onda della tubercolosi è pari a 5525 A° e coincide con la carne cruda di 10 giorni, all’uovo di 11 giorni e al pane bianco. Un essere umano canceroso ha una vibrazione di 4875 A° che corrispondono alla carne cruda di 3 giorni e al pane raffinato. Una crisi reumatica ha una vibrazione di 3250 A° e corrisponde alla carne cruda di 4 giorni e all’uovo di 26 giorni. Il francese André Bovis, ha constatato che la lunghezza d’onda del pane bianco (prima della guerra del 1939) era di 4875 A°, proprio la lunghezza d’onda del cancro! 
Mentre il pane integrale arriva a 7-8000 A°.

Libro consigliato :

La Vita Segreta delle Piante Voto medio su 4 recensioni: Da non perdere


Riferimenti bibliografici


[1] Dr. A. George Wilson, A New Slant to Diet, Standard Research Laboratories, 10th, Ave. and Jersey St., Dencver, Colorado (U.S.A.), 1960.
[2] André Simoneton, Radiations des Aliments, Le Courrier de Livres, Paris.
[3] A. Taum, G.P. Vanoli, Guida alla salute naturale, pagg. 243-246, Guide Vanoli, via A. Cesalpino 26/a, 20128 Milano, 1991.